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Giovani, non percorrete le strade che abbiamo percorso noi. Io non
faccio che vergognarmi di essere stato in guerra, anche se ho combattuto
solo nella Resistenza, cioè per l'umano contro il disumano.
Ma ha ragione il papa: con la guerra tutto è perduto, con
la pace tutto si acquista! Fare la guerra è come suicidarsi.
Giovani, pregate per la pace; ma ricordate che pregare vuoi dire
sempre prendere coscienza; perché se tutta la preghiera non
si trasforma in vita, se la lex orandi non diventa la lex vivendi,
noi stiamo prendendo in giro Dio e noi stessi.
Magari cominciasse con voi giovani questa nuova cultura della pace,
come fosse una nuova aurora. Perché, oggi la terra è
una cosa sola, una nave sulla quale siamo tutti imbarcati e non
possiamo permetterci che affondi, perché non ci sarà
più un'altra arca di Noè a salvarci. Il mondo è
uno, la terra è una; e tutti insieme ci salveremo o tutti
insieme ci perderemo. Deve scomparire il concetto di nemico perché
una civiltà fondata sul concetto di nemico non è una
civiltà, ma una barbarie. La civiltà è solo
quella della pace.
Il
discorso della pace è il più difficile di tutti, perché
rivoluzionario non è il discorso sulla guerra, ma il discorso
sulla pace. Prova ne sia che finora abbiamo sempre fatto la guerra
e non abbiamo mai fatto la pace. E quella che noi chiamiamo "pace",
non è che una tregua tra una guerra e l'altra; fino al punto
che la guerra in realtà è la politica che cambia metodo.
E invece la guerra è la sconfitta della politica; è
la fine della politica!
Per costruire la pace bisogna cambiare cultura: e tutti sappiamo
che i cambi di cultura sono lenti e difficili. Perché cambiare
cultura significa cambiare mentalità. Nella Bibbia questo
cambiamento si chiama conversione, e convenirsi è l'atto
supremo dell'uomo.
Spesso si discute se la guerra è giusta o è ingiusta.
La guerra è impossibile! Questa è la nuova categoria
che dobbiamo tutti acquistare. Oggi in caso di guerra non ci saranno
più né vinti né vincitori. E ho imparato anche
dall'ultima guerra mondiale che non ci sono liberatori, ma soltanto
uomini che si liberano. Infatti, Hitler non è stato vinto,
il nazismo non è stato vinto, il razzismo non è stato
vinto. Tutto è stato solo emarginato, in attesa di esplodere
ancora. Non ci sono liberatori. Provate a chiedere a tutta l'America
Latina se esistono liberatori. Non è per questa cultura di
pace che tu perdi la faccia. Tu perdi la faccia facendo la guerra.
Se in questo momento di guerra (2) un uomo,
di qualsiasi cultura o paese, dicesse: "Abbiamo sbagliato,
torniamo indietro", questi sarebbe il più grande di
tutti, chiunque egli sia. Ma per fare questo ci vuole il miracolo.
Comunque noi crediamo anche nei miracoli.
Quelli
che fanno la guerra dicono: "L'Iddio giusto ha scelto; è
con noi!". No, Dio non è con nessuno; è anzi
dalla parte dell'uomo e dalla parte dell'ultimo degli uomini. E
questo ultimo potrebbe essere anche un delinquente, potrebbe essere
anche Caino, che ha ucciso Abele.
Difatti, nella Bibbia Dio dice: "Caino, cosa hai fatto di tuo
fratello? Il sangue di tuo fratello grida a me dalla terra. Ebbene,
tu sarai male detto come un assassino. Ma io metterò un segno
su Caino, perché chi ammazzerà Caino, sarà
ucciso sette volte" (Gen. 4, 1-15).
Che vuoi dire che Dio è perfino dalla parte di Caino e protegge
anche Caino, per proteggerci tutti. Non c'è mai una violenza
che possa porre fine a una violenza. Chi uccide Caino non fa che
molti-plicare la violenza e la morte. Sarà ucciso sette volte,
che vuoi dire: se non rompete questa spirale della violenza, non
farete altro che moltiplicare le morti.
David
Maria Turoldo
1.
Pordenone, gennaio 1991
2. la Guerra del golfo 1991
D.
M. Turoldo, in David Maria Turoldo. La sfida della Pace. Ed. Bellavite.
Missaglia (Lc) 2003,
pp. 22-23 |