la parola della domenica

 

Anno liturgico C
omelia di don Angelo nella Domenica di Santo Stefano
secondo il rito ambrosiano


26 dicembre 2021



 

 

Is 19,18-24
Sal 30
Ef 3,8-13
Mc 1,1-8

Festa di Santo Stefano, legata stretta stretta, pensate, alla solennità del Natale. Perdonate se ritorno su pensieri che mi hanno accompagnato negli anni e perdonate se le mie saranno solo suggestioni, su questo abbracciarsi di feste. La prima suggestione riguarda i cieli aperti: Gesù, Stefano e i cieli aperti. Il libro degli Atti ci presenta spezzoni del processo in cui viene condannato Stefano. Anche lui - e come fa pensare questa costante! - condannato dagli uomini religiosi, dagli uomini di chiesa, diremmo.

Ebbene, chi è Gesù per Stefano? Potremmo forse dire che per lui è il Signore dei cieli aperti: "Contemplo" dice "i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". I cieli aperti! "Se tu squarciassi i cieli e scendessi": era stata l'invocazione struggente dell'antico Israele. Natale appare come risposta tenera a quella struggente invocazione. Per Stefano i cieli sono aperti, squarciati, per sempre. E non è forse vero che al Battesimo di Gesù "si aprirono i cieli e Giovanni vide lo Spirito di Dio scendere su di lui"? (Mt 3, 16). Il Dio dei cieli aperti.

Perché la tentazione, la tentazione degli uomini religiosi, falsamente religiosi, è sempre quella di richiudere il cielo, di rimpicciolirlo. Di chiudere i cieli, o evocando un Dio sdegnato, fulminatore, o di chiuderli nell'osservanza delle loro norme e tradizioni: "Guai a voi" diceva Gesù "scribi e farisei ipocriti che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente, di fatto non entrate e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare" (Mt 23,13). La seconda suggestione riguarda il tempio: Gesù, Stefano e il tempio. La questione del tempio era diventata un capo di accusa dei detrattori di Stefano.

E' scritto: "Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: "Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato"". Il tempio è sacro, ma Dio non può essere imprigionato nel tempio. Il tempio non può diventare un assoluto. Tutti voi ricordate - ed è un passaggio intrigante - come Dio a fatica si era rassegnato con Davide alla costruzione del tempio. "Ma come?" gli diceva "mi vuoi chiudere, quando io sono stato per te il Dio del cammino e ti ho accompagnato dovunque tu sei andato?".

Accompagnamento allora invisibile. Ora - voi mi capite - visibile: il Natale viene a raccontarci un accompagnamento nella carne, visibile. Lo vedi camminare. Con noi, Emanuele, che significa Dio con noi. Rileggete il discorso di Stefano al sinedrio e vi accorgerete che il punto di rottura avvenne quando, giunto a ricordare Salomone e la costruzione del tempio, citando Isaia, Stefano dirà: "L'Altissimo tuttavia non abita in costruzioni fatte da mani di uomo, come dice il profeta: Il cielo è il mio trono e la terra sgabello dei suoi piedi. Quale casa potrete costruirmi, dice il Signore,o quale sarà il luogo del mio riposo? Non è forse la mia mano che ha creato tutte queste cose? Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito santo. Come i vostri padri, così anche voi".

Dunque la gente che condanna Stefano è gente che non ammette una presenza libera di Dio nella storia, ha chiuso Dio in uno schema religioso. Ha richiuso il cielo. Gesù è il Dio dei cieli aperti, Dio del cammino. Attenzione dunque a non richiudere, a non richiudere ancora una volta i cieli, quei cieli che nella sua nascita, e non bisogna scordarlo, si sono aperti con un canto di angeli. E si sono aperti, e non bisogna scordarlo, non nello spazio sacro del tempio, ma sull'umile rifugio dei pastori, i pastori considerati razza anomala, diversa, impura.

E, da ultimo, la suggestione del volto di Stefano. Un volto giovane, che racconta freschezza, dice sogni, annuncia futuro, futuro di Dio e futuro della vita, a confronto di volti di vecchi che non li smuove nessuno. Mi dà sussulti di bellezza il volto di Stefano. Vi devo confessare che mi capita anche oggi di esserne investito, quando, vecchio come sono, mi capita, per grazia, di incontrare un prete giovane, aperto, con sogni dentro. Mi prende entusiasmo, vedo il futuro. Il volto di Stefano. Gli brillavano gli occhi, quando parlava di Gesù. "Nel sinedrio" - è scritto - "videro il suo volto come quello di un angelo". Si illuminava, capite, gli si illuminavano gli occhi.

I testimoni si illuminano. Non assomigliano a noi che parliamo di lui come carta stampata e i volti incartapecoriti, senza un'accensione, senza un trasalimento, senza una emozione. Spassionati! Gli occhi dell'amore si illuminano. E' l'amore che fa vedere l'invisibile. Stefano vede, contempla, al presente. E' scritto: "Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: "Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio"". Un'esperienza, quella della fede, che ci consente di parlare a Gesù, come a un vivente.

Come fa Stefano che, sepolto dalle pietre, gli parlava e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito". Le pietre si coprirono il volto, non poterono cancellare la bellezza di un viso. "Signore Gesù, accogli ilmio spirito". Vi confesso che vorrei, per grazia, come Stefano, essere capace di consegnarmi, consegnare il mio spirito a colui che lo ha insufflato in questo uomo di terra che sono io, argilla povera plasmata dalle sue mani. Poterlo consegnare.

Ultima consegna. Come Stefano. Pur se argilla povera.

 

Lettura degli Atti degli Apostoli - At 6,8 - 7,2a;7,51 - 8,4

In quei giorni. Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell'Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Allora istigarono alcuni perché dicessero: "Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio". E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: "Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato". E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo. Disse allora il sommo sacerdote: "Le cose stanno proprio così?". Stefano rispose: "Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori, voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l'avete osservata". All'udire queste cose, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: "Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito". Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: "Signore, non imputare loro questo peccato". Detto questo, morì. Saulo approvava la sua uccisione. In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere. Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.

Sal 30 (31)

Signore Gesù, accogli il mio spirito. Tendi a me il tuo orecchio, vieni presto a liberarmi. Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. R Alle tue mani affido il mio spirito; tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. Tu hai in odio chi serve idoli falsi, io invece confido nel Signore. Esulterò e gioirò per la tua grazia. R Sul tuo servo fa' splendere il tuo volto, salvami per la tua misericordia. Tu li nascondi al riparo del tuo volto, lontano dagli intrighi degli uomini. R

Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 2Tm 3,16 - 4,8

Carissimo, tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del vangelo, adempi il tuo ministero. Io infatti sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.

Lettura del vangelo secondo Giovanni - Gv 15,18-22

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: "Un servo non è più grande del suo padrone". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato".

 

 


 
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