la parola della domenica

 

Anno liturgico B
omelia di don Angelo nel giorno dell'Epifania del Signore
secondo il rito ambrosiano


6 gennaio 2024



 

 

Is 60,1-6
Sal 71
Tt 2,11 - 3, 2
Mt 2,1-12

Racconto di grande fascino quello dei magi. Racconto di una bellezza imperdibile se non fosse per quella sosta a Gerusalemme. Dico e mi ricredo: anche quella sosta racconta tanto della realtà della vita. Ebbene al racconto di Matteo, che non è nuda cronaca, è toccata un'avventura tra le più strabilianti: proprio perché, in assenza di connotazioni rigide, ognuno si è sbizzarrito nel tempo a giocare con la fantasia; troppo interessante il racconto per non provarci. E l'Oriente da cui i magi venivano prese il nome dei più diversi continenti del mondo; e loro, che di titoli nel racconto non ne avevano uno che è uno, se non quello di magi, per alcuni divennero re; divennero alla fine tre, ma per qualcuno ci fu un quarto magio; il colore dei visi differente per dire provenienza da continenti diversi e, pensate, persino la pelle più o meno raggrinzita per dire stagioni della vita: giovane, adulto, vecchio.

In ogni piega un canto all'universalità. Per dire che è un viaggio di tutti. Puoi aggiungerti anche tu, in quel loro viaggio fuori mappe. E non è un falso. Erano - questo è sotteso - cercatori di stelle e uomini delle domande. E' scritto: "Ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo"". Stelle e domande. Erano di quelli che alzano gli occhi, guardano. Guardano in alto e nella notte si fanno cielo; e ascoltano i racconti delle stelle. Che non sono mute. Alzare gli occhi, guardare in alto e - come oggi invitava il profeta - guardare intorno: "Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te".

Non sarà che, proprio nella stagione delle immagini, noi per disavventura stiamo perdendo la passione a guardare? Guardare dice sosta, anche minima; dice indugio se pur breve; dice anche attesa, attesa che ciò che guardiamo si sveli. Guardare non è lo scorrere ossessivo delle immagini, Non lo è nemmeno per la fede: una cosa via l'altra, quasi mancasse il bianco tra parola e parola. A questo pericolo faceva cenno giorni fa un amico: veniva dalla metropolitana. Era salito su una carrozza, una quarantina di persone, non una che non fosse viso chino a premere senza soste tasti di cellulari, in uno scorrere compulsivo di immagini. Non uno che guardasse la realtà dell'altro, non uno.

Ci si chiedeva se l'esito cui siamo destinati non sia un popolo di ingobbiti, attenti più a cosa scorre sul telefonino o sullo smartphone che a quello che pulsa e chiama intorno. Ho divagato tentando di raccontare ciò che sta all'origine del viaggio incancellabile dei magi, di ciò che sta all'inizio di ogni vera avventura dello spirito, di ogni gesto cui diamo nome di bellezza, di ogni progetto che abbia nome di umanità e non di disumanità: uscire a guardare le stelle e guardare intorno. E pensate, la stella nemmeno l'avevano vista tutta o in cielo piena, l'avevano vista in germoglio, l'avevano vista spuntare: essere donne e uomini delle stelle e dei germogli di stelle. Badate: la stella! Non ha connotazioni di culture o di religioni o di chissà quant'altro. E non mettete appartenenze sulla stella, lasciatele l'universale, che è il segno di Dio: Dio accende infinite stelle. Guardare la stella e mettersi in viaggio. Bello è pensare alle stelle che ci sono apparse nella vita e ci hanno messo in viaggio.

Un mio caro amico, Marco Campedelli, parlava un giorno di un possibile prezioso diario e diceva: "Se tenessimo un diario sarebbe bello rileggere il senso della nostra ricerca, quando abbiamo visto la stella, le notti in cui è scomparsa e ci siamo smarriti… e poi quando abbiamo sentito una gioia grandissima perché si era posata sul volto di un bambino, di un uomo, di una donna…". Parole che ci ricordano anche che il viaggio dei magi - come i nostri viaggi d'altronde - non sono una passeggiata e che le stella non è compagna per tutto il cammino. A volte sono i poeti a ricordare fatiche e scoraggiamenti del viaggio, quelli dei Magi e i nostri.

In una sua poesia "Il viaggio dei Magi " T. S. Eliot scrive: "Fu un freddo avvento per noi, proprio il tempo peggiore dell'anno per un viaggio, per un lungo viaggio come questo: le vie fangose e la stagione rigida, nel cuore dell'inverno. E i cammelli piagati, coi piedi sanguinanti, indocili, sdraiati nella neve che si scioglie. Vi furono momenti in cui noi rimpiangemmo i palazzi d'estate sui pendii, le terrazze, e le fanciulle seriche che portano il sorbetto".

Quante volte, secondo il poeta, si saranno chiesti se ne era valsa la pena. Se lo saranno chiesti nei momenti più bui. La stella più non faceva apparizioni nel cielo, faceva apparizioni nel cuore. Se ne fosse valsa la pena - immagino - se lo saranno chiesti anche dopo quell'incredibile giornata passata a Gerusalemme, dove avevano trovato di tutto fuorché entusiasmo, un re inquieto, sacerdoti incartapecoriti, una città impaurita. "Ed ecco la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono".

Adorarono l'infinitamente grande nell'infinitamente piccolo, in una casa senza targhe, di un paese qualunque. C'era un'altra mappa da cambiare, oltre quella stradale: la mappa della vita. Cambi la vita. Se hai scoperto che l'infinitamente grande sta nell'infinitamente piccolo.

 

Lettura del profeta Isaia - Is 60, 1-6

In quei giorni. Isaia disse: "Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l'abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore".

Sal 71 (72)

Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. R Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. R I re di Tarsis e delle isole portino tributi, i re di Saba e di Seba offrano doni. Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutte le genti. R

Lettera di san Paolo apostolo a Tito - Tt 2, 11 - 3, 2

Carissimo, è apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone. Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autorità. Nessuno ti disprezzi! Ricorda loro di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; di non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini.

Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 2, 1-12

In quel tempo. Nato il Signore Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: "Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo". All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele". Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: "Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo". Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in so gno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

 


 
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