la parola della domenica

 

Anno liturgico C
omelia di don Angelo nella Domenica di Pentecoste
secondo il rito ambrosiano


5 giugno 2022



 

 

At 2,1-11
Sal 103
1Cor 12,1-11
Gv 14,15-20

Che questa di Pentecoste sia festa di dirottamenti, e che ci porti fuori dai luoghi comuni, dai pensieri comuni, dalle visioni comuni, a dimostrarlo basterebbe una domanda, magari fatta a bruciapelo: "Di che cosa è piena la terra? Questa nostra terra?" A sollevarsi - immagino - sarebbe un coro di voci per dire che la terra, la nostra, è terra ottenebrata da troppe nefandezze, come dice la parola, da cose di cui non si dovrebbe parlare. Ma a scompigliare i pensieri viene la liturgia con quel responsorio che abbiamo pregato nel salmo, in netta controtendenza, cesura assoluta. Lo abbiamo pregato, non so quanto convinti: "Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra". Scompiglia i pensieri l'aggettivo "piena", non un rimasuglio di Spirito: piena! E a scompigliarli anche la parola "terra", non qualche isola di privilegio, la terra! Al cuore, perdonate, mi è tornata la foto di in amico che, su una striscia di terra che si inoltra nel mar ligure, ha scoperto, tempo fa, quasi all'estremità, una panchina e si è sorpreso alle parole che vi erano scritte. Eccole: "Qui è dove il vento scompiglia i pensieri". Bellissime. Direte che evocarle in questo contesto è un azzardo; ma la parola "spirito" non allude forse al vento? Ho sorriso, pensando alla pentecoste come a una panchina dove il vento scompiglia i pensieri. Un primo pensiero che il vento scompiglia è quello di legare lo Spirito a un giorno solo, quello della Pentecoste: è mai possibile legare il vento? Il vento è da prima. Non è forse vero che era accaduto cinquanta giorni prima? Gesù si era manifestato agli apostoli, buoni ultimi, entrando per porte chiuse, dicendo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi". Detto questo, soffiò e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo". Una pentecoste, diremmo, in anticipo. Quante pentecosti sulla terra. E a stupirmi, a scompigliare i pensieri, è che ci siano momenti in cui quasi con maggiore evidenza è segnalata la presenza dello Spirito. Oserei dire che sono momenti soglia, soglia per un inizio, o, se volete, per una ripresa, per una svolta nella vita, per un nuovo inizio. A partire dall'"in principio dell'in principio" della creazione, quando, nella pagina, viene evocata la presenza misteriosa dello spirito: "La terra" è scritto "era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio - il vento di Dio, l'alito di Dio - aleggiava sulle acque. Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu". Così nella prima pagina: il grembo del mondo e lo Spirito che aleggia. Ma poi in quante altre pagine della Bibbia rintracciamo lo spirito che veglia gli inizi. Ne sfioro una del Primo Testamento: si tratta di Davide, scelto come re, giovanissimo, anche lui ad un inizio. Accantonati i fratelli maggiori, rimaneva il piccolo, guardiano di greggi. Per ordine di Samuele il padre "lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: "Àlzati e ungilo: è lui!". Samuele prese il corno dell'olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi" (1Sam 16,12-13). Lo Spirito irruppe, da quel giorno in poi. Davide era a un inizio. Trasvolo e giungo a una pagina di vangelo. Ricordate, una ragazzina, con i sogni di adolescente che le chiacchieravano dentro, di nome Maria: le viene chiesto che il suo corpo sia grembo a Dio. Turbata: "Ma come?". Un inizio, e che inizio! Ebbene pentecoste in anticipo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio". Presa da fretta, la ragazzina sale per sentieri di monte alla casa di Elisabetta, anche lei scompigliata nei pensieri: avanti negli anni, creduta sterile, con un bimbo di sei mesi in grembo. E fu pentecoste sull'uscio di casa. Sta scritto: "Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo". Piena, nell'inizio. Sorpasso pagine e pagine del Secondo Testamento. E vengo a una pagina che evoca una strada. La strada è polverosa, scende da Gerusalemme verso Gaza. Nel caldo afoso di un mezzogiorno, Filippo, viene convocato, proprio lì, per voce di angelo. Sente il rumore di un carro da viaggio che si avvicina, sul carro un eunuco legge un passo di Isaia. Siamo agli inizi dell'avventura del vangelo ed ecco affacciarsi lo spirito degli inizi. E' scritto: "Disse allora lo Spirito a Filippo: "Va' avanti, e raggiungi quel carro". Sul carro si raccontarono e Filippo raccontò di Gesù e fu battesimo in una pozza d'acqua lungo la strada. Il testo annota: "Quando furono usciti dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l'eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino. Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarea". Le nuove strade, le strade dello Spirito. Voi forse vi chiederete perché ho evocato pagine dove si accenna a un inizio, pagine dove lo Spirito scompiglia i pensieri. Forse perché sento nell'aria, nonostante tutto, un bisogno: bisogno di un terra, che alluda a una nuova creazione; bisogno di donne e di uomini non sedotti da protagonismi, da pensieri di parte, ma da passione sincera per la casa comune; bisogno di ragazze e di ragazzi che diano voce e forma ai loro trasalimenti; bisogno di donne e di uomini che si dissocino da coloro che dicono che sarà sempre così; bisogno di donne e uomini che non si lascino confinare in una lingua sola, ma sappiano capire e onorare lingue altre, pensieri altri, visioni altre; bisogno di donne e di uomini che all'urlo sostituiscano il sottovoce dello Spirito; bisogno nella chiesa di donne e uomini che escano dai cenacoli e stiano in avvistamento su strade. Quante sono le strade e quanti sono gli inizi. Mi perdo a pensarli. E invoco con voi oggi lo Spirito, perché sia con noi, a suggerire, a fecondare, a sostenere ogni ora e ogni strada che ha sapore e brivido di inizio.

 

Lettura degli Atti degli Apostoli - At 2,1-11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, i discepoli si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: "Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio".

Sal 103 (104)

Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra. Oppure Alleluia, alleluia, alleluia. Benedici il Signore, anima mia! Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Quante sono le tue opere, Signore! La terra è piena delle tue creature. R Togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. R Sia per sempre la gloria del Signore; gioisca il Signore delle sue opere. A lui sia gradito il mio canto, io gioirò nel Signore. R

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi - 1Cor 12,1-11

Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell'ignoranza. Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l'azione dello Spirito di Dio può dire: "Gesù è anàtema!"; e nessuno può dire: "Gesù è Signore!", se non sotto l'azione dello Spirito Santo. Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell'unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 14,15-20

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi".

 

 


 
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