la parola della domenica
Anno
liturgico B
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Is
55,4-7 Oggi vi dirò poco più di quello che sta scritto. Ecco la buona notizia. Siamo al primo capitolo; e con le sue prime parole Marco ci dice che questo è l'inizio della notizia buona, del lieto messaggio che è Gesù, il Cristo e il Figlio di Dio. Chi apre il vangelo oggi ha un sussulto, ecco la notizia buona: eccola dopo duemila e più anni; eccola per me, poco importa che per me di anni ne siano passati novantadue. Lieto messaggio. Sgrana gli occhi. Ho letto un invito a sgranare gli occhi, a fare attenzione, anche nelle parole di Isaia. Con quel ripetersi dell'avverbio "ecco", che già di suo chiede attenzione, e con la sollecitazione forte: "Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino". Lo cerco. Dove? Da dove viene? E dove si fa trovare? E mi imbatto con le prime parole su Gesù nel vangelo di Marco, le prime, e ancora l'avverbio ecco: "Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni". "Tutto qui?": direbbe qualcuno. Da Nazaret e dove è Nazaret su un mappamondo? E poi neanche a battezzare, ma a farsi battezzare. Tutto qui? Eppure si squarciano i cieli. E chi vide squarciarsi il cielo? Chi vide scendere lo Sprito? Chi udì la voce? Per Marco è Gesù all'uscire dalle acque. "E subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento"". Per lui quasi una conferma della sua missione, dopo anni e anni vissuti a Nazaret e dopo un tempo fra i discepoli di suo cugino Giovanni. Che ora proclama: "Viene dopo di me colui che è più forte di me". E lo Spirito venne su quell'inizio sconcertante: Gesù che usciva dalle acque dei peccatori; su di lui mentre si faceva piccolo ed eliminava la divisione. E non è forse vero che l'alba alludeva, come in uno spaccato esile, a quello che sarebbe stata la sua vita? Ci avrebbe raccontato che i cieli con lui ormai erano aperti e aperti per sempre; e poi nessuna interferenza tra noi e il cielo. Lui era come l'inizio dei cieli aperti: ci avrebbe insegnato a chiamare Dio con il nome di padre e chiunque altro sorella, fratello. In lui, nei suoi gesti, non solo una purificazione come nel battesimo d Giovanni, ma lo Spirito che fa fiorire i deserti, fa crescere il grano, riveste di bellezza i figli, intenerisce i cuori. "Più forte" lo aveva detto Giovanni. Ma anche lui doveva cercarlo da più vicino e capire che la fortezza del Rabbi di Nazaret era l'amore. Più forte anche della morte, l'amore. Che lo avrebbe risuscitato. E' l'amore che risuscita. Già da questa vita. Era l'inizio, il primo giorno, e così sarebbe stato l'ultimo, i cieli aperti, lo spirito che cancella la divisione tra cielo e terra e tra di noi. La lettera agl Efesini oggi sembrava un commento a quell'ora indimenticabile al Giordano. Si squarciano i cieli. E' scritto: "Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio". Non più distanziamento tra di noi, la lettera scrive: "In Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini". Parole che dovrebbero aprire strade nei cuori e strade sulla terra. Questo significa essere battezzati in Spirito Santo: uscire dalle acque non più da schiavi, ma da figli; non più da nemici, ma da fratelli e sorelle, e presi da passione per la pace e la riconciliazione. Oggi mi fermo qui. Vorrei solo ringraziare. E se vi sembra bello potete unirvi a me e rendere più corale il mio ringraziamento. Ho visto Gesù immergersi nelle acque del Giordano con i peccatori e uscire con loro. Mi si è impressa negli occhi l'immagine. E, mentre ascoltavo la voce che dal cielo diceva "Tu sei il Figlio mio, l'amato", la mente mi correva alle parole di Gesù nella casa d Matteo il pubblicano. La chiamata di Matteo era finita in una cena di festa nella sua casa, con amici pubblicani e peccatori. Imbarazzo dei cosiddetti puri e Gesù che dice: "Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori". In questi giorni nei dintorni del Natale ho continuato a sentirmi dire che Gesù è venuto e ancora viene. "Che grazia" mi sono detto "venuto non per i giusti, ma per i peccatori. Venuto dunque anche per me che sono un peccatore. Lo ringrazio. Venuto a chiamare me, che sono tra i peccatori. Come Matteo. Lo ringrazio. Facciamo festa.
Lettura del profeta Isaia - Is 55, 4-7 Così dice il Signore Dio: "Ecco, l'ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo d'Israele, che ti onora. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona". Sal 28 (29) Gloria e lode al tuo nome, Signore. Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza. Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore nel suo atrio santo. R La voce del Signore è sopra le acque, il Signore sulle grandi acque. La voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza. R Tuona il Dio della gloria. Nel suo tempio tutti dicono: "Gloria!". Il Signore è seduto sull'oceano del cielo, il Signore siede re per sempre. R Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini - Ef 2, 13-22 Fratelli, Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito. Lettura del Vangelo secondo Marco - Mc 1, 7-11 In quel tempo, Giovanni proclamava: "Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo". Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
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