la parola della domenica

 

Anno liturgico B


omelia di don Angelo nell'undicesima Domenica dopo Pentecoste
secondo il rito ambrosiano


4 agosto 2024



 

 

1Re 18,16b-40a
Sal 15
Rm 11,1-15
Mt 21,33-46

Troppe le immagini: la sfida sul monte Carmelo nel ciclo di Elia; la storia dei vignaioli omicidi nella parabola di Matteo. E non sai dove fare sosta. Spigolature. E tutto parte da una domanda che è vera per tutte le stagioni: chi è responsabile della rovina? E potrebbe essere la rovina di un popolo, di un mondo, di una terra, di una infinità di situazioni. Chi o che cosa manda in rovina? E chi o che cosa restituisce salvezza? Importante sarebbe chiederselo; e non limitarci a fare lamento o a incollerirci per la rovina. Da dove? Chiederselo. "Acab si diresse verso Elia. Appena lo vide, Acab disse a Elia: "Sei tu colui che manda in rovina Israele? ". Egli rispose: "Non io mando in rovina Israele, ma piuttosto tu e la tua casa, perché avete abbandonato i comandi del Signore e tu hai seguito i Baal"".

La narrazione di quanto accade sul monte Carmelo è spettacolare, non risparmia colpi di scena: grida sul monte senza risposte, un danzare a vuoto; poi una voce e fuoco dal cielo. Subito a colpire è la sproporzione: Elia chiede che a confronto con lui, unico profeta in Israele, vengano i quattrocentocinquanta profeti di Baal con i quattrocento profeti di Asera, che - è scritto - "mangiano alla tavola di Gezabele". E subito mi attraversa un pensiero: mangiare alla tavola dei potenti… gioco forza è perdere la profezia, profeti di corte, succubi di re e regine, astuti burattinai. "Io sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta". Il sigillo che la parola sia profetica, non sta nella maggioranza: le maggioranze sono manovrabili. Nei secoli abbiamo constato come le voci profetiche spesso siano state, anche nella chiesa, isolate e purtroppo osteggiate: nei giorni di Elia, come nei giorni di Gesù, anche nei nostri tempi.

Giusto nel giugno di sette anni fa abbiamo visto un Papa, papa Francesco, andare in pellegrinaggio sulla tomba di Don Primo Mazzolari, il parroco dei lontani e poi su quella di don Lorenzo Milani, il parroco educatore della Scuola di Barbiana. Anni prima avevamo visto il card Martini abbracciare con tenero affetto il frate servita David Maria Turoldo. Voci troppo scomode. So che nel vostro immaginario, come d'altronde nel mio, si aggiungono nomi a nomi. E il discrimine è: servire Dio o servire i Baal? Servire il Dio vivente o servire gli idoli, appariscenti ma muti. Dio risponde. C'è una voce che tocca la terra e le coscienze. Dio non è un nome vuoto da sbandierare, è un Dio da seguire. Seguire è il verbo: "Decidete chi seguire". Io chi sto seguendo? Ciò che rimprovera Elia al popolo è quel barcamenarsi: "Fino a quando salterete da una parte all'altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!". In una traduzione più fedele al testo: "Fino a quando danzerete a doppio ritmo?".

Scegliere il passo di danza; o quello di Baal o quello del Dio vivente. Decidete chi seguire: la voce dei profeta o i miti del tempo che sembrano spadroneggiare? E' la scelta di ogni giorno. Ma poi che cosa è accaduto? Che la profezia, non rimase solo voce, divenne una persona. Accadde con il profeta di Nazaret. Non era un sacerdote, era un profeta ed era lui la via da seguire: era lui con la sua vita, lontana dai baal del tempo, trasparenza di Dio, che non è un nome lontano, è amore. La sua vita parlava di verità liberanti, di bontà spinta da infinita misericordiosa, di bellezza di un mondo rinnovato. La sua vita. La parabola dei vignaioli mette in luce questa storia, di un Dio che mandò al suo popolo voci di profeti spesso rifiutate. E siamo ai giorni di Gesù. C'è uno zoccolo duro, capi dei sacerdoti e farisei, Gesù li ha davanti agli occhi.

E' detto nella parabola: "Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: "Avranno rispetto per mio figlio!". Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: "Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!". Lo presero, lo cacciarono fuori dalla città e lo uccisero di croce, come un malfattore. Siamo al colmo della dissennatezza: si scarta la pietra angolare. E' follia. Pensate alla lucentezza delle parole del prologo di Giovanni: "Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste". Anche loro che lo crocifiggevano: fatti per mezzo di lui. Anche noi. Come possiamo arrivare a questa follia? E le parole di Gesù, a commento della parabola, sembrano diventare dure. Ho immaginato che si fossero fatte dure in un estremo tentativo di aprire loro gli occhi. Li guardava, i suoi occhi non conoscevano odio, nemmeno un'ombra; sdegno sì, ma odio no. Ne diede prova sulla croce. Dove arrivò a chiedere perdono motivando: "Non sanno quello che fanno".

Si pensavano grandi costruttori e rimuovevano la pietra angolare, quella che regge ogni edificio. Ucciso fuori della città. Storia di un profeta accolto dai lontani e non dai suoi: "Venne tra i suoi" - scrive Giovanni - "ma i suoi non l'hanno accolto". Rimase con le braccia allargate, per tutti. Vorrei finire con una preghiera, una preghiera di don Primo Mazzolari, la preghiera con cui concluse la sua visita papa Francesco a Bozzolo, nella parrocchia di don Primo: "Sei venuto per tutti: per coloro che credono e per coloro che dicono di non credere. Gli uni e gli altri, a volte questi più di quelli, lavorano, soffrono, sperano perché il mondo vada un po' meglio. O Cristo, sei nato "fuori della casa" e sei morto "fuori della città", per essere in modo ancor più visibile il crocevia e il punto d'incontro. Nessuno è fuori della salvezza, o Signore, perché nessuno è fuori del tuo amore, che non si sgomenta né si raccorcia per le nostre opposizioni o i nostri rifiuti".

 

Lettura del primo libro dei Re - 1Re 18, 16b-40a

In quei giorni. Acab si diresse verso Elia. Appena lo vide, Acab disse a Elia: "Sei tu colui che manda in rovina Israele? ". Egli rispose: "Non io mando in rovina Israele, ma piuttosto tu e la tua casa, perché avete abbandonato i comandi del Signore e tu hai seguito i Baal. Perciò fa' radunare tutto Israele presso di me sul monte Carmelo, insieme con i quattrocentocinquanta profeti di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano alla tavola di Gezabele". Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo. Elia si accostò a tutto il popolo e disse: "Fino a quando salterete da una parte all'altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!". Il popolo non gli rispose nulla. Elia disse ancora al popolo: "Io sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. Ci vengano dati due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l'altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Invocherete il nome del vostro dio e io invocherò il nome del Signore. Il dio che risponderà col fuoco è Dio!". Tutto il popolo rispose: "La proposta è buona!". Elia disse ai profeti di Baal: "Sceglietevi il giovenco e fate voi per primi, perché voi siete più numerosi. Invocate il nome del vostro dio, ma senza appiccare il fuoco". Quelli presero il giovenco che spettava loro, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: "Baal, rispondici!". Ma non vi fu voce, né chi rispondesse. Quelli continuavano a saltellare da una parte all'altra intorno all'altare che avevano eretto. Venuto mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: "Gridate a gran voce, perché è un dio! È occupato, è in affari o è in viaggio; forse dorme, ma si sveglierà". Gridarono a gran voce e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. Passato il mezzogiorno, quelli ancora agirono da profeti fino al momento dell'offerta del sacrificio, ma non vi fu né voce né risposta né un segno d'attenzione. Elia disse a tutto il popolo: "Avvicinatevi a me!". Tutto il popolo si avvicino? a lui e riparò l'altare del Signore che era stato demolito. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei figli di Giacobbe, al quale era stata rivolta questa parola del Signore: "Israele sarà il tuo nome". Con le pietre eresse un altare nel nome del Signore; scavò intorno all'altare un canaletto, della capacità di circa due sea di seme. Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: "Riempite quattro anfore d'acqua e versatele sull'olocausto e sulla legna!". Ed essi lo fecero. Egli disse: "Fatelo di nuovo!". Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: "Fatelo per la terza volta!". Lo fecero per la terza volta. L'acqua scorreva intorno all'altare; anche il canaletto si riempì d'acqua. Al momento dell'offerta del sacrificio si avvicinò il profeta Elia e disse: "Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d'Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose sulla tua parola. Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!". Cadde il fuoco del Signore e consumò l'olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l'acqua del canaletto. A tal vista, tutto il popolo cadde con la faccia a terra e disse: "Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!". Elia disse loro: "Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi neppure uno!".

Sal 15 (16)

Sei tu, Signore, l'unico mio bene. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto al Signore: "Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene". R Moltiplicano le loro pene quelli che corrono dietro a un dio straniero. Io non spanderò le loro libagioni di sangue, né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. R Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. R

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 11, 1-15 4

Fratelli, io domando: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. "Dio non ha ripudiato il suo popolo", che egli ha scelto fin da principio. Non sapete ciò che dice la Scrittura, nel passo in cui Elia ricorre a Dio contro Israele? Signore, "hanno ucciso i tuoi profeti, hanno rovesciato i tuoi altari, sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita". Che cosa gli risponde però la voce divina? "Mi sono riservato settemila uomini, che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal". Così anche nel tempo presente vi è un resto, secondo una scelta fatta per grazia. E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia. Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti. Gli altri invece sono stati resi ostinati, come sta scritto: "Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchi per non sentire, fino al giorno d'oggi". E Davide dice: "Diventi la loro mensa un laccio, un tranello, un inciampo e un giusto castigo! Siano accecati i loro occhi in modo che non vedano e fa' loro curvare la schiena per sempre!". Ora io dico: forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta alle genti, per suscitare la loro gelosia. Se la loro caduta è stata ricchezza per il mondo e il loro fallimento ricchezza per le genti, quanto più la loro totalità! A voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?

Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 21, 33-46

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: "Ascoltate un'altra parabola: c'era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: "Avranno rispetto per mio figlio!". Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: "Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!". Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?". Gli risposero: "Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo". E Gesù disse loro: "Non avete mai letto nelle Scritture: "La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d'angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi"? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato". Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

 

 


 
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