1861-2011: 150° Anniversario dell'Unità d'Italia

UNITI PER UNIRE
mai per dividere

Comunità Sulla Soglia



«Io non taccio»

di Girolamo Savonarola


Sul bene comune (di cui non v’importa nulla)

Voi non siete un’umanità ma una somma di uomini.
Pensate a voi, badate a voi,
v’accorgete che esistono «altri» solo qualche volta, per caso,
quando c’è da invidiarli o da disprezzarli.
Altrimenti chi se ne frega degli altri: tutto è solo «io».

I miei fatti. I miei affetti. I miei soldi.
Siete gente arida. Senza calore.
E se vi infiammate per una questione all’apparenza «di principio»
non lo fate perché ci credete, no,
ma solo per difendere quello stramaledetto orto che è il vostro
interesse.
(….)

Il bene comune? Ma che ve ne parlo a fare?
Non è una lingua vostra, questa.
Per farmi capire dovrei parlare forse di guadagni, di interessi.
Dovrei parlare di tornaconto. Dell’acqua al vostro mulino.
Allora saltereste tutti sugli attenti, direste «fammi sentire!».
Come si dice? Musica per le vostre orecchie.
Invece, guarda caso, mi intestardisco, non mi stanco:
parlo di bene comune,
parlo di cercare qualcosa che valga per tutti, nessuno escluso,
parlo di fare cose utili, di non dividere ma unire, anche se ci perderai
qualcosa.
Vi interessa? Ho capito: sto abbaiando.
Ma sono fiero, non mi vergogno, d’essere un cane.

Il tiranno

Orsù, state a udire, voi uomini,
per riconoscere i tiranni e guardarvi da loro.
E state a udire pur voi, donne, per ricordarlo a’ vostri mariti.
E voi, fanciulli, per imparare che cos’è un tiranno e fuggirlo dalla
vostra città.
Sappiate adunque, prima,
che ‘l tiranno è superbo per natura
e appetisce d’essere il solo e il primo in tutto.
Il primo, il primo, il primo…


Ha da esser primo sempre e in ogni cosa.
Se corrono i cavalli al palio,
farà sempre qualche inganno per far che i suoi siano i primi.
Se egli ha scienza o lettere,
vuol sempre che la sua opinione stia al di sopra;
Se sa far versi,
vuol che vadano innanzi a tutti gli altri e che siano cantati;
Non ha amore se non a sé proprio.


E poiché il tiranno per sua natura appetisce d’essere il primo,
ogni volta che vede uno che possa impedire lo stato suo,
cerca sempre di spegnerlo,
perché non gli dia noia.
Così trovagli qualche cagione
- minima: ch’egli arà sputato in chiesa –
per levarselo innanzi.

Ah, Firenze! Guardati dai tiranni!
Vuol esser corteggiato, il tiranno.
Vuol che tu ti appresenti ogni dì,
e se tu nol fai, sei notato.
Tutti li uomini di cervello li tiene bassi,
ed esalta gli sciocchi dicendo
«Costoro mi saranno fedeli
perché io li mantenga dove non son degni di stare».

Ed esalta i ribaldi, gli assassini:
«Costoro senza me sarieno impiccati,
e io peggio di loro: perciò loro manterranno me e io loro».

Fonte: pubblicato su “l'Unità” del 14 marzo 2011

 

torna alla home