Vogliamo
un’Italia pulita, una Cristianità viva
di don Primo Mazzolari
Tra
coloro che si adoperano di fare "del tanto peggio o il tanto
meglio", e coloro che compulsano le statistiche per vedere
se qualche cosa savvia, stiamo con quelli, che, tra difficoltà
di ogni genere, si sforzano di risalire la corrente.
Sono indubbiamente uomini di buon volere: se talvolta siamo costretti
a pungolarli, non è certo per sconoscenza del loro sforzo
o del loro merito, ma per timore che stiano prendendo unandatura
ordinaria, che lascia la porta aperta a una quantità di
piccole preoccupazioni e di piccole vanità, che non convengono
allestrema gravità dellora.
Potrà sembrare la nostra una pretesa esagerata, quasi un
misurare gli uomini politici su esigenza dapostolato, misura
che non può essere di tutti e di tutti i giorni; però,
a spiriti cristiani, che in unora decisiva lavorano sul
campo politico e sociale per qualche cosa, che diviene necessariamente
una testimonianza pro o contro la religione, il chiedere una sensibilità
più pronta una maggiore decisione per affrettare i tempi
e provvedere tempestivamente alla salvezza del Paese, è
un atto di fiducia, che, mentre li impegna, li onora.
Vogliamo
unItalia pulita
Cè anche laspetto morale e spirituale del Paese,
che finora non si è ripreso. Direi che ci veniamo sporcando
di più. La scorrettezza professionale è in aumento,
comè in aumento la sfiducia reciproca, lodio
di classe, la corsa al godere, il rifiuto di portare.
Sta bene che ci si batta per una politica cristiana (siamo arrivati
troppo tardi su questo campo importantissimo di prova), ma se
il lavoro di rinnovamento politico non viene accompagnato da un
adeguato sforzo morale per disintossicare e pulire il paese, la
politica marxista avrà il sopravento su quella cristiana.
Il comunismo può essere fermato con mezzi politici, ma
superato soltanto sul fronte del costume, poiché esso attacca
luomo prima ancora delle istituzioni: e una volta che il
fondo delluomo non tiene, una politica cristiana diviene
insopportabile.
Disgraziatamente, nel suo assalto contro luomo il comunismo
può contare su parecchi alleati, i quali, pur figurando
nello schieramento anticomunista, mentre lo combattono per motivi
economici di prestigio, concordano pienamente sul modo di vedere
e di intendere la vita. Sono gli stessi che plaudono a Scelba
quando fa intervenire la "Celere" per impedire loccupazione
di una fabbrica e lo coprono dingiurie se fa sequestrare
un emporio pornografico: che approvano il Governo se resiste ad
uningiunzione faziosa sul piano economico e muovono lai
ad ogni proposta di riforma onesta e gridano contro la "scuola
asservita" per il solo fatto che in essa si rispetta la religione.
Conviene ricordare a codesti innamorati dellordine e della
disciplina che la tranquillità del Paese e la sua prosperità
non sono legate a un apparato di polizia ma a un costume morale
che devessere instaurato prima di tutti da coloro, cui lonestà
è meno costosa, perché il pane ce lhanno,
la casa ce lhanno e molte altre cose che i poveri non hanno.
Un Paese non pulito è un vaso inquinato, che guasta qualsiasi
cosa, anche la libertà, anche la giustizia, anche lordine.
Vogliamo
una cristianità viva
La Chiesa è sempre nellazione vivificante dello Spirito:
ma la cristianità, vale a dire i cristiani operanti nella
società, se nel loro sforzo personale o associato, non
rimangono congiunti alla sorgente della verità e della
carità, si smarriscono e divengono fatui.
Una cristianità non è viva perché in una
giornata di euforia elettorale conquista la maggioranza, perché
riesce a portare dei suoi al governo, perché indice imponenti
adunate e protesta ad alta voce quasi dietro comando.
Una cristianità è viva:
- quando è presente in ogni momento e in ogni attività
della vita nazionale e riesce a far presa sullopinione pubblica
con idee chiare e possibili;
- quando interessa e inqueta ogni categoria e ogni classe;
- quando accetta di rendere testimonianza e di battersi ovunque,
senza chiedere riguardi, esenzioni, privilegi;
- quando non rifiuta la responsabilità politica perché
oggi fa comodo, pronto a schivarla al primo rischio.
Una cristianità viva non ha soltanto una tradizione da
conservare e un prestigio da far valere, ma una salvezza da comunicare
a tutti, ricchi e poveri, vicini e lontani, traducendo in termini
di adesso la Parola che non passa, senza dimenticarla, senza far
scontare alla Chiesa le proprie stupidità e la propria
ignavia, pagando di persona errori e audacie. Una cristianità
è viva non per linsegna che porta sullalbero
maestro, ma se ai remi ha braccia valide, se Cristo è al
timone.
Fonte:
Anno 1° n. 4 - 1 Marzo 1949 – editoriale di ADESSO
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