Figure
dell'attesa: il Battista
Lc
3,1-9
In queste sere vorrei sfiorare con voi alcune figure dell'attesa.
Figure che stazionano in qualche modo nei dintorni della
nascita di Gesù, nomi che si accendono: Elisabetta, Maria,
il Battista, i pastori, Simeone e Anna.
Di Giovanni il battezzatore ci hanno parlato a lungo le
omelie dell'avvento: e penso siano rimaste nel cuore le
sue parole di fuoco. Che fanno appello alla conversione.
Forse una cifra di lettura, della storia del Battista potrebbe
essere questa: Giovanni ovvero l'uomo della conversione,
o meglio delle conversioni. Si tratta di preparare la via
del Signore. Pensate non c'è via più importante. Anche perché
colui che viene, il veniente è lui la Via.
Da
preparare e da accogliere. Fate conto di non sapere niente
del vangelo. C'è da preparare una via al Veniente di tutti
i tempi. Dove gliela prepariamo e come gliela prepariamo?
Fate conto di non aver mai sentito raccontare il vangelo.
C'è nel vangelo una sorpresa, che purtroppo, per abitudine
di pagine conosciute, non sempre registriamo. Ammesso che
tocchi a noi, dico a noi preparare, con chi cominceremmo
a preparare e da dove incominceremmo a preparare? I veri
protagonisti dove li andremmo a cercare: nei palazzi o altrove?
E,
ancora, da dove incominciare: dalle città o dal deserto?
Risentiamo: "Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio
Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea,
Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca
dell'Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilene,
sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne
su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto"
Credo
che a nessuno di voi sia sfuggito l'inizio di questo vangelo:
le coordinate storiche e geografiche di ciò che Luca sta
per raccontare, dell'accadimento per eccellenza. Credo che
a nessuno di voi sia sfuggito la magniloquenza di quell'elenco,
l'elenco dei signori del tempo. I signori del mondo politico:
Tiberio Cesare, Ponzio Pilato, Erode, Filippo. E i signori
del mondo religioso: i sommi sacerdoti Anna e Caifa. E dopo
tutti quei nomi una sorta di dirottamento, uno scarto: l'attenzione
sembrava concentrarsi su di loro ed ecco il dirottamento:
"la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria
nel deserto". Non siamo nei palazzi alti della politica
o della religione.
E'
vero Giovanni è di una famiglia di sacerdoti, suo padre
Zaccaria è sacerdote, ma appartiene al basso clero. E poi
quel nome del padre, Zaccaria, che significa "Dio ha un
pensiero", ha un suo pensiero Dio, un pensiero suo, un pensiero
diverso dal nostro. Come a dire che quando accade qualcosa
che veramente conti per Dio, non lo devi aspettare secondo
i criteri della grandezza mondana, nei luoghi delle grandezze
mondane e nemmeno dai personaggi delle esaltazioni umane:
C'è uno scarto, un dirottamento. E' altrove.
E'
su Giovanni: "Su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto".
Nel deserto. E questo è un altro dirottamento, stupefacente,
di Dio. Non contano i grandi, Dio inizia con gli umili.
Ma con gli umili inizia nel deserto. Anche questo è un inizio
strano, perché noi i sogni e i cambiamenti li vorremmo subito,
da gridare, gridare ai quattro venti. Noi gridiamo, urliamo
e quanto più gridiamo, tanto più urliamo, tanto più tutto
si rivela una finta, parole che non accadono. Il vero cambiamento,
il vero accadimento, così diverso dai cambiamenti e dagli
accadimenti che lasciano tutto come prima, conoscono il
momento del silenzio e del deserto: "la parola di Dio scese
su Giovanni nel deserto".
Nel
deserto delle parole umane spesso consumare, ambigue, interessate.
I veri cambiamenti nascono da parole alte, da una parola
dall'alto, da un'aspirazione più alta. Da pensieri meschini
non possono nascere che cambiamenti meschini. Se noi rimaniamo
dentro avvizziti non faremo che generare un mondo avvizzito.
Se noi siamo interiormente storti non faremo che generare
cose e vie storte. Di Giovanni è detto: "Ed egli percorse
tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di
conversione". Dove i due termini "battesimo" e "conversione"
stanno insieme.
Noi
abbiamo impallidito il significato di battesimo con l'immagine
del Battista che versa da una ciotola un po' d'acqua sul
capo di Gesù. Il termine battesimo significa immersione:
ti immergi per lasciare nell'acqua l'uomo vecchio e per
riemergere come uomo nuovo. E' qualcosa di più che detergersi,
è dare alla vita un orientamento nuovo. E' rinascere. Riemergo,
vengo alla luce. Già ieri sera a proposito di rinascere
il pensiero andava al colloquio notturno di Gesù con Nicodemo.
"Conversione"
dunque, ma a proposito di conversione è sempre in agguato
un duplice fraintendimento Il primo è circoscrivere il termine
"conversione al significato di passaggio dalla non credenza
alla credenza, dall'ateismo alla religione. Notate, nel
nostro brano le parole di fuoco del Battista, parole che
fanno appello alla conversione, sono rivolte a credenti,
anzi a quelli che vantano la loro ascendenza religiosa.
"Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate
a dire fra voi : 'Abbiamo Abramo per padre'. Perché io vi
dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo".
Il
secondo equivoco consiste nel ritenere che la conversone
sia un atto, avvenuto una volta per sempre. Dura una vita.
E già lo ricordavamo ieri sera. Ora vorrei indugiare su
Giovanni, non semplicemente come il profeta che chiamò a
conversione, ma come l'uomo chiamato lui stesso a conversione.
Giovanni fu convertito, lasciatemi dire così, da Gesù. Avvenne
in lui un dirottamento. Giovanni si è concesso al dirottamento,
si è lasciato dirottare. Dirottare dall'essere centrato
in se stesso all'essere decentrato, decentrato verso il
Veniente: "Giovanni gli rende testimonianza e grida" .
Grida
non per sé, come spesso succede a chi grida. Grida per un
altro, grida che è un altro colui che conta, uno che battezzerà
in Spirito santo e fuoco. Giovanni è un indice. Pensate
la vocazione ad essere un indice, vocazione che appartiene
a tutti. Non una chiesa che cerca attenzione, che mette
in mostra se stessa ma una chiesa che dirotta l'attenzione.
Su Gesù.
Oggi un po' sta succedendo nella chiesa - ed è un dono -
con Papa Francesco. Vi voglio leggere un passaggio di una
lettera che agli inizi del pontificato gli rivolse un biblista,
José Antonio Pagola. Scrive: "Ora, sono appena rientrato
da Roma, dove ti ho potuto vedere mentre abbracciavi i bambini,
benedicevi gli infermi e gli invalidi e salutavi la folla.
Dicono che sei vicino, semplice, umile, simpatico, e non
so quante altre cose. Penso che c'è in te qualcosa di più,
molto di più. Ho potuto vedere la Piazza San Pietro e la
Via della Conciliazione piena di gente entusiasta. Non credo
che questa folla si senta attratta soltanto dalla tua semplicità
e simpatia. In pochi mesi sei diventato una "buona notizia"
per la Chiesa e, anche, molto al di là della Chiesa. Perché?
Quasi senza che ce ne rendiamo conto, stai introducendo
nel mondo la Buona Notizia di Gesù. Stai creando nella Chiesa
un clima nuovo, più evangelico e più umano. Ci stai portando
lo Spirito di Cristo. Persone lontane dalla fede cristiana
mi dicono che li aiuti ad avere più fiducia nella vita e
nella bontà dell'essere umano".
La
conversione a Gesù. Ma c'è un'altra conversione cui è chiamato
il Battista. Parlo del dirottamento da un'immagine del Messia
a un'altra immagine, un'immagine capovolta. Aveva detto
il Battista: "Viene uno che è più forte di me". E lo vede
in fila con tutti i peccatori, a ricevere il battesimo.
Lo sconcerto! Si intravede un'altra immagine di Messia,
un messia diverso. E lo scandalo di un Messia debole, diverso,
si sarebbe ingigantito. Fino a diventare inquietante nelle
ombre del carcere.
"Giovanni"
scrive Matteo "che era in carcere, avendo sentito parlare
delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò
a dirgli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare
un altro?". Gesù rispose loro: "Andate e riferite a Giovanni
ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista ,
gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi
odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo.
E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!"
( Mt 11,2-6).
Giovanni
è tentato di scandalizzarsi di Gesù. Dunque anche la roccia
del deserto, non fu al riparo dal dubbio. Eppure, tempo
prima, l'aveva indicato: "ecco l'Agnello di Dio". Abbiamo
giorni in cui proclamiamo, anche con fierezza. Ma non tutti
i giorni sono uguali. Abbiamo anche giorni in cui siamo
scossi, messi alla prova dal dubbio. E come non poteva non
essere messo alla prova Giovanni, che nella sua proclamazione
del messia era andato per immagini prevalentemente minacciose,
di fuoco? Il Messia avrebbe finalmente separato il grano
dalla paglia. Ed ecco colui che lui aveva indicato come
Messia, non separava i giusti dai peccatori, anzi cercava
i peccatori, sedeva a mensa con loro!
Aveva
detto Giovanni del messia: "brucerà la pula con fuoco inestinguibile!".
Ma dov'è questo messia che brucia la pula? Ancora oggi,
vedete, ci sono nella chiesa quelli che si scandalizzano.
Vorrebbero separare e, di conseguenza mettono brutalmente
sotto accusa Papa Francesco perché non separa, si china
e chiede benedizione su di sé e sulla chiesa cattolica a
un patriarca ortodosso. Ma dove siamo? Dicono. Lo scandalo
perché un Papa prende l'immagine vera di Gesù ed è contro,contro
come lo era Gesù, alla logica dello scarto, e assume la
novità di Gesù. "andate e riferite: i ciechi riacquistano
la vista , gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati,
i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato
il Vangelo". La logica del prendersi cura.
Un
conto è la fede dei libri e del catechismo, la fede delle
asserzioni, e un conto è sposare nella vita la logica di
Gesù, persistere a puntare su di lui, persistere nelle sue
vie, anche se le carceri imprigionano i profeti, anche se
i profeti sono zittiti, a volte addirittura zittiti dalle
chiese. Non bisognerà alla fine cambiare metodo? Gesù è
esplicito. Più che rispondere alla domanda se è lui o non
è lui il Veniente, rimanda ai fatti. Ad annunciare la vera
immagine del messia e a rendere ragione che la sua venuta
è già in atto non sono tanto le parole, sono le opere.
Ma,
ecco il punto ed è decisivo, non le opere minacciose, quelle
sono assenti nel Veniente, ma opere di guarigione, opere
di consolazione. E' un Messia che si china sulla sofferenza
degli umani e la solleva. E' un Messia che ha occhi, occhi
e cuore per la debolezza umana, per l'infinita debolezza
che segna trasversalmente tutta l'umanità, al di là di ogni
condizione di età o di quant'altro. Perché è scritto: "anche
i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano
e cadono".
Dirottamento
dell'immagine, pensate, che chiede fede. Pensate alla purezza
di fede che fu chiesta a Giovanni, che, dopo aver ricevuto
risposta, continuò a ripetere a se stesso che la visita
di Dio nel suo Messia era in atto, se pur in modo inatteso
e sconcertante. Continuò a ripeterlo a se stesso quando
le sbarre rimanevano chiuse e, ancor più continuò a ripeterlo
a se stesso quando sentì le sbarre schiudersi, ma non era
segno di liberazione, era segno di chiamata a morte.
La
conversione di Giovanni interroga la nostra conversione
a un'immagine diversa di messia. Quale immagine di Cristo
stiamo dando oggi al mondo? E quale immagine di credenti?
Se qualcuno oggi ci chiedesse se siamo cristiani, potremmo
rimandare, come Gesù, alle opere? E a quali opere? Quelle
di Gesù? Voi mi capite, è in gioco la nostra conversione.
don Angelo Casati
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