Chi
ha fatto voto di vastità
"Forse
le risposte che io do non sono corrette, ma di sicuro le
domande sono reali". Questa battuta che uno dei maggiori
teologi francesi del Novecento, Yves Congar, pronunciò mentre
era sottoposto a una sorta di censura ecclesiastica (ma
anni dopo, nel 1994, san Giovanni Paolo II lo creò cardinale),
può essere assunta a motto di un vivace e appassionato libretto
antologico da poco apparso in libreria. I testi qui raccolti
sono ritagliati da articoli e saggi diversi pubblicati da
Timothy Radcliffe, un religioso londinese che per una decina
d'anni è stato il Maestro generale, ossia l'autorità suprema
dei Domenicani, il cosiddetto Ordine dei Frati Predicatori.
I brani sono ricomposti a mosaico in un alfabeto tematico
scandito in dodici voci che partono dall'"amore" e approdano
alla "verità", ma che non temono di collezionare anche i
soggetti più roventi come i "gay", la "morte", i "poveri"
e persino la bistrattata "Europa". A proposito di quest'ultima,
alla solita obiezione che si tratta di un continente morto
Radcliffe replica che "questa relativamente piccola area
del mondo è ancora il luogo d'incontro di culture molto
diverse". L'unica necessità è quella di superare ogni integralismo
fondamentalista e porsi in atteggiamento di ascolto dialogico.
E qui l'autore evoca un episodio della biografia del fondatore
del suo Ordine, lo spagnolo s. Domenico di Guzman. Mentre
era in viaggio verso Parigi, s'imbatté in un gruppo di pellegrini
tedeschi la cui differenza linguistica impediva al santo
di poter predicare a loro. Disse, allora, al suo compagno
di viaggio, frate Bertrand: "Preghiamo il Signore di poterli
capire, in modo da poter condividere con loro la buona notizia".
Entrare in sintonia con le altre etnie, imparando la loro
cultura, prima di esporre la propria, così da evitare ogni
imposizione prevaricatoria. La cultura varia e molteplice
dell'Europa potrebbe essere un luogo fertile di confronto
e di armonia nella diversità, un po' come accade al duetto
musicale che può intessersi anche tra un soprano e un basso.
Entrambi non rinunciano alla loro identità, ma riescono
a tessere una trama melodica omogenea. Dicevamo che p. Radcliffe
non teme di confrontarsi anche con le domande più scottanti,
come accade nella voce "gay" ove si riconosce la necessità
di una legislazione normativa delle unioni omosessuali e
civili, affermando però la diversità rispetto al matrimonio
che è "un istituto fondato su un'unione che implica la differenza
sessuale. Non si tratta di negare la parità dell'amore tra
due persone omosessuali... ma il "matrimonio gay" in ultima
analisi svilirebbe le persone omosessuali costringendole
a conformarsi a un modello che è proprio del mondo eterosessuale".
Lasciamo al lettore di continuare il percorso tra le pagine
di questo libretto, lieve nel dettato e nell'atteggiamento
anche quando colpisce allo stomaco invitando a confrontarsi
con la morte. Radcliffe cita, a questo riguardo, una frase
di Saul Bellow: "L'ignoranza della morte ci sta distruggendo".
E
della "paura della morte" nella cultura contemporanea parla
anche un altro sacerdote, il milanese don Angelo Casati
in una sorta di opera omnia delle sue prose, raccolte in
un unico volume. La gamma dei temi da lui trattati è però
ricca quanto uno spettro cromatico: essa procede dal gelido
violetto delle "paure che ci abitano" fino al dolce calore
del rosso che ha la sua epifania nel "sorriso di Dio", una
formula che dà il titolo al corpus dei testi. Un sorriso
che fiorisce nella bellezza, nel l'amore, nella libertà
e che percorre le pagine di questo prete milanese le cui
riflessioni, omelie, divagazioni si compongono progressivamente
fino a far balenare il volto di Dio. Un volto che conosce,
certo, anche il riso di scherno nei confronti dei prepotenti
("ride colui che sta nei cieli, il Signore si fa beffe di
loro", Salmo 2,4), ma che non esita ad adottare il linguaggio
tenero degli innamorati (si pensi al Cantico dei cantici
o al simbolismo nuziale dei profeti). Tuttavia, proprio
per l'amicizia e la condivisione di ideali che ho con don
Angelo, se dovessi trovare una sigla che sintetizzi il suo
presentarsi ai molti fedeli che lo ascoltano e allo stesso
Cristo che egli testimonia, ricorrerei al titolo di un'altra
sua raccolta molto "colorata" entrata in questo volume:
"La fede sottovoce". La sua stessa persona fisica, la sua
spiritualità e la sua parola amano l'anticlimax e il quotidiano,
privilegiano, ad esempio, la fragolina che riesce ad attecchire
anche in una crepa dell'asfalto metropolitano di cui nessuno
si accorge tranne l'occhio puro di una bambina. Egli ha
voluto riecheggiare Bernanos intitolando il primo blocco
testuale di questa raccolta Diario di un curato di città,
ma la differenza è evidente. Nei capitoli dello scrittore
francese si divincolano e agitano le potenze del bene e
del male, i bassifondi dell'anima si aprono davanti al lettore
e creano vertigini, la prosa è sontuosa e sconvolgente.
Qui, invece, è un sogno ad aprire la sequenza delle scene
e nei sotterranei della Stazione Centrale di Milano, la
città di don Casati, sono le candele ad ardere all'interno
di un'ombra simile a quella di una cattedrale. La lettera
a una prostituta è irradiata di verità ma anche di tenerezza,
le periferie anonime non riescono a cancellare il profumo
dell'erba e il balenare della luna, e questo curato - le
cui letture sono spesso sorprendenti, anche se celate sotto
il manto della semplicità - non esita a ricorrere proprio
a Bergonzoni: "Tra i credenti e i non credenti io scelgo
gli incredibili. Io faccio voto di vastità". Non per nulla
i miracoli sono ovvi nella fede.
Per
concludere vogliamo ritornare al teologo menzionato in apertura,
Yves Congar, domenicano come il citato Radcliffe. Egli è
stato uno degli attori di rilievo nel periodo conciliare
e in quello successivo (morirà nel 1995 a 91 anni). Dalla
sua enorme bibliografia viene ora estratto e tradotto in
italiano un intenso volumetto apparso nel 1963, dal titolo
emblematico: Per una Chiesa serva e povera. Sembra di sentir
echeggiare in queste pagine il linguaggio di papa Francesco,
a partire dalla sua esclamazione appena eletto pontefice:
"Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!". Lo
scritto non ignora il percorso attorcigliato vissuto nei
secoli dalla comunità cristiana che spesso si è allontanata
dal programma del suo Maestro che non possedeva neppure
una pietra come guanciale. Ma neppure indulge a un pauperismo
retorico per proporre invece l'autentica "concezione cristiana
dell'autorità", attenti comunque sempre a "scuotere la polvere
imperiale" dalle vesti sacre, cercando di essere "meno del
mondo e più nel mondo".
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RIPRODUZIONE RISERVATA
- Timothy Radcliffe, Parole di oggi,a cura di Maria Teresa
Pontara Pederiva, Queriniana, Brescia, pagg. 170, € 15,00
- Don Angelo Casati, Il sorriso di Dio,Il Saggiatore, Milano,
pagg, 412, € 18,00
- Ives M.-J. Congar, Per una Chiesa serva e povera, Qiqajon,
Bose (Biella), pagg. 170, € 16,00 .
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